L’ukulele[1] è uno strumento affascinante e non può non esser messo in risalto per
la sua brillante applicazione e per il suo suono delicato, leggero, ed
assolutamente accessibile. Quattro corde sono meno di sei[2], e ciò comporta non solo la possibilità di una superiore padronanza
dello strumento rispetto alla Chitarra, ma anche una maggiore facilità nello
studio e nell’esecuzione; ciò non esclude che dell’ukulele possasi in vero
sviluppare un non poco elegante, curato e creativo virtuosismo.
E’ chiaro che l’accordo col
maggior numero di note non può che essere una tetrade, dovendo inevitabilmente
rinunciare a quelle sfumature Jazz che contemplano armonie a cinque, sei, o più
note. Ciò non toglie la straordinaria musicalità ed il sublime sound ottenibile dalle matematiche
fisiche acustiche e dalle artistiche alchimie musicali.
Ho deciso, nel bel mezzo
dell’anno 2012, di realizzare questo Manuale di lineamenti fondamentali di
ritmica, solistica e teoria dell’Ukulele non solo per implementare l’euristica
musicologica della collana appartenente alle “Lezioni di Chitarra – Graziano
D’Urso”, che contempla già “Ritmica-Mente”, “Ritmica-Mente Bass” ed il “Codice
della Chitarra”, ma anche per corroborare l’offerta degli strumenti e dei corsi
musicali ove è adottato il manuale e ove l’Autore è titolare di cattedra.
Non importa essere neofiti o
già esperienti nella chitarra è nel basso: non si postula nulla di scontato
nelle conoscenze dell’impostazione, della postura, della diteggiature, delle
tecniche esecutive, o di qualsivoglia altro: certo è che chi ha già una
impostazione precedente può solo trovarsi avvantaggiato.
Questo perché tutto il
paragrafo delle pennate è (se non aggiornato) assolutamente invariato: nulla
cambia rispetto a “Ritmica-Mente” aggiornato alla sua ultima edizione. Ma è
anche vero che gli accordi mutano davvero sensibilmente, considerato che
l’accordatura non è né quella della Chitarra, né quella del basso (e né quella
del violino).
Questo Manuale è utilmente
adattabile allo studio sia del meraviglioso centotrentacinquenne Ukulele
Soprano[3] (l’Ukulele originale la cui lunghetta totale è di 53 centimetri), sia
all’Ukuele Concerto (58 centimetri), sia il più giovane novantaduenne Ukulele
Tenore (66 centimetri); resta escluso (considerato che la sua accordatura è
diversa da quella dei tre strumenti precedenti)[4] il settentaduenne Ukulele Baritono (72 centimetri).
All’uopo, con le emende del caso, è riportata la descrizione del
manuale “Ritmica-Mente” adattata per lo strumento qui in esame: “Questo
manuale pratico per lo studio musicale della ritmica dell’Ukulele è
l’espressione di un duplice desiderio: ribadire il valore della musica
strumentale come ricerca dell’armonia e della bellezza; estendere l’amore per
la musica soprattutto ai giovani che vogliono emergere dalla mediocrità e
uscire fuori dal circolo vizioso delle emozioni ricercate e consumate. Il
manuale presenta una organica trattazione dell’argomento. La ritmica è una vera
e propria disciplina musicale che, distaccandosi dai canoni della musica
classica, manifesta la libera espressione degli stati d’animo attraverso uno
strumento tramandatoci nei secoli, la chitarra. Tale disciplina si è
trasformata e arricchita grazie ai maestri della musica contemporanea, moderna
o “musica leggera”, come affermano gli affezionati alla tradizione. La ritmica
si evolve perché la musica in genere tende ad essere “popolare”, adatta al
nostro tempo e non ingabbiata nello sterile classicismo.
“Ritmica-Mente
[Ukulele]” è una raccolta molto semplice e ben
organizzata riguardo ai fondamenti della ritmica, si presenta pratica e
facilmente comprensibile anche da chi non ha mai avuto dimestichezza con lo
studio della musica. Essa contiene facili esempi, frutto di intuizioni
empiriche, che dimostrano come sia semplice e naturale lo studio e la
comprensione della materia. Non mancano di fare incursioni opportune pillole di
saggezza musicale, estratte dalla grande tradizione di questa antica arte, che
completano la trattazione e la rendono omogenea e talvolta simpatica […]”.
L’intero manuale è stato
corredato ove opportuno da note che esplicano il contenuto della disciplina
sostanziale riportata nel testo, per il tramite dell’ausilio delle quali è
concesso allo studente di integrare le conoscenze ed approfondire gli argomenti
trattati.
Questo manuale conosce la sua
prima adozione nel Corso di Ukulele del Centro Studi Acitrezza, attivo
dall’Ottobre 2012.
Dal 24 Aprile 2012 questo
Manuale, insieme ad altri della collana di “Lezioni di Chitarra – Graziano
D’Urso”, rientra fra le produzioni delle attività del Comitato per la
diffusione della musica “live” nel territorio delle Aci denominato Akis Live Music Project (ALiMP)[6], di cui l’Autore è fondatore, ed ora anche Presidente.
L’autore
tiene per se la libertà di adoperare tale manuale secondo la naturale
destinazione economica con l’esclusivo diritto di pubblicare l’opera in ogni
forma e modo, originale o derivato, il diritto esclusivo di distribuzione che
ha per oggetto la messa in commercio o in circolazione, o comunque a disposizione,
del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi titolo, ai sensi degli
articoli 12 ss. Sezione I Capo III della Legge 22 Aprile 1941, N.633 sui
diritti d’Autore, e, ribadendo che la fotocopiatura (o la riproduzione
fotografica analogica o anche digitale) costituisce reato ai sensi della citata
Legge così modificata dal Decreto Legislativo N. 68/2003, vanta l’originalità
di gran parte del contenuto.
L’autore
ringrazia fin d’ora per tutte le osservazioni critiche con le quali i colleghi
e gli studenti vorranno amabilmente ricompensare l’annoso sforzo.
Per
qualsiasi informazione l’autore del manuale può essere contattato agli
indirizzi e-mail: graziano.durso@live.it (MSN)
e graziano.durso@hotmail.it
(Facebook), ed al web link http://grazianodurso.blogspot.com,
oppure al contatto telefonico mobile 3404750933 ed/od al fisso 095277355.
COME STUDIARE L’UKULELE
“Studiare l’Ukulele” è una formulazione troppo
generica per poter essere trattata in queste poche righe dedicate
all’argomento, e si finirebbe per allontanarci dallo scopo di questo primo
paragrafo. Si dovrebbe quindi meglio parlare di come “studiare la disciplina
ritmica, solistica e teoria dell’Ukulele” alla luce del metodo sul quale si
basa questo pratico Manuale.
Si vuol quindi con questo prologo, giustamente
inserito dopo l’Introduzione, guidare lo studente verso il metodo di studio
migliore associato a questo testo di Lineamenti
fondamentali.
Innanzitutto è necessario fissare bene quali siano i
cardini dell’impostazione delle mani sull’Ukulele (di cui al paragrafo
successivo un ampia descrizione), la posizione d’assumere per lo studio dello
strumento, e la tecnica di autoverifica della corretta esecuzione. Sono quindi
sparsi in questo Manuale, prima di importanti sezioni le regole che devono
esser rispettate ai fini della corretta esecuzione e del corretto studio
dell’argomento.
E’ sempre bene verificare, ogni qual volta s’esegua
un esercizio o si studi un argomento, la correttezza di questo sulla base di
tali regole. Se un accordo o una posizione è stata imparata scorrettamente, è
molto difficile riuscire a “rettificare” ciò che si è mal interpretato: studiare
male un argomento può risultare più negativo di non averlo studiato affatto!
Ecco perché l’importanza di questo paragrafo:
ribadire allo studente di non improvvisarsi interpreti della tecnica esecutiva
senza prima aversi formato sulle regole e sui consigli dell’Insegnante, o, in
questo caso, dell’Autore.
L’autodidattica fin da principio rende poco nella
Musica al di là di che se ne dica, soprattutto se informatica: questa è una
disciplina millenaria, che per essersi portata a tanto ha dovuto conoscere genî e Maestri d’altissima virtù e prestigio che hanno
dedicato la loro intera vita al suo studio con passione, dedizione e completa
devozione. Con ciò non si vogliono attaccare i benefici dell’informazione
digitale, ma per l’esigenza di contatto fisico che questa materia vuole,
sarebbe impensabile scoprire da sé uno strumento senza una guida che conferisca
almeno le chiavi di lettura.
La Musica è una Scienza esatta, fatta di numeri e di
formule: non può essere lasciata naufragar nella temperie dell’opinione[7].
L’interpretazione dell’esecutore lascia lo spazio che trova, donando quella
originalità che solo l’essere umano può conferire, ma il virtuosismo del
musicista non può fiorire ove non ci sia quella solida e forte base
fondamentale che da semente irrora il fertile terreno ch’è la volontà del
discente.
Questo Manuale presenta numeri, forme geometriche,
formule, elementi che ritornano ciclicamente come in un’equazione matematica.
Senza contare la Fisica del suono, che spiega la motivazione della dimensione
dei tasti, la posizione degli armonici, la tonalità e molto altro.[8]
Pertanto si consiglia allo studente di fare molta
attenzione alle spiegazioni che vengono fatte d’ogni argomento, d’ogni
elemento, d’ogni passaggio e d’ogni connessione matematica (e/o geometrica) di
questi, non solo per comprendere profondamente la motivazione del perché un
determinato accordo sia così e non in altro modo, ma anche per approfondire
l’essenza e la matrice matematica di fondo.
Non fermatevi ad una semplice lettura. Cercate di
fare vostro il contenuto del testo! E’ facile ma fuorviante, scorrere le pagine
del libro soffermandosi solo a guardare le figure, cercando di immaginare una
possibile interpretazione. Un apprendimento attivo ha bisogno di essere
interattivo: provate a pensare ad altri esempi ai quali potrebbe esse applicata
la teoria di cui state seguendo l’esposizione.
Lo studio, più che quantitativo, dev’essere
qualitativo: ciò che importa veramente è la costanza, la perseveranza, la
volontà e la precisione; dopo di ché è possibile far subentrare con la debita
passione i ritmi stacanovistici dove bisogna allenare forza, velocità e ritmo.
E’ meglio organizzare il proprio studio ripartendolo
in alcune decine di minuti, ma quotidiane! Si badi che anche nella Musica la
lontananza è come il vento.
In conclusione di questa breve digressione, si
consiglia sempre si ascoltare le indicazioni dell’Insegnante che segue lo
studente ai fini d’avere un’ottimizzazione dei risultati ricondotti al
programma didattico di questo Manuale. Lo studio della Musica è un esercizio
per il corpo e per la mente, che aiuta ad avere dimestichezza con lo strumento
ed elasticità nel pensiero in ogni altra disciplina, ma se non lo si coltiva,
finisce per restare una semplice esperienza di sterile studio fine a sé stesso.
La Musica va vissuta sino in fondo, conoscerla e
riscoprirla continuamente, per esprimersi con una marcia in più nei confronti
di chiunque. Questo Manuale si pone principalmente questo obiettivo.
Auguro dunque a tutti una buona lettura e
soprattutto un buono studio!
[1]
L'ukulele è uno strumento musicale, un cordofono, appartenente alla
famiglia dei liuti. È l'adattamento hawaiano di uno strumento di
origine portoghese, denominato cavaquinho ma comunemente
chiamato anche braguinha o machete.
[2]
Di forma minuscola, con il corpo ed il piccolo manico molto simili a quelli del Basso
acustico, l'ukulele fu inventato nel 1879 da immigrati portoghesi trasferiti
nelle Hawaii.
Il nome in lingua
hawaiana significa pulce
saltellante e
sembra sia collegato alla velocità con cui abitualmente questo strumento viene
suonato. Esiste in almeno quattro diverse versioni, a seconda della lunghezza
della tastiera e
della grandezza del corpo. Dalla più piccola alla più grande sono: soprano,
concerto, tenore e baritono. Ha quasi sempre quattro corde (a volte ne ha un
numero superiore ma sempre raccolte in cori, cioè gruppi di due o tre corde
suonate assieme). L'ukulele soprano, il più diffuso, ha le corde accordate
secondo la sequenza La, Mi, Do, Sol (A, E, C, g). La corda del sol non è però
accordata all'ottava inferiore a quella del do, bensì alla stessa ottava del la
ed è detta rientrante. Tuttavia è piuttosto comune sostituire questa corda con
un sol di un’ottava inferiore (Low-G). Un'altra accordatura molto diffusa nella
prima metà del novecento è di un tono
più alta, prevedendo quindi la sequenza Si, Fa#, Re, La; recentemente, inoltre,
il compositore italiano Danilo Vignola degli odierni Ethn'n'roll, propone la
sua personalissima accordatura composta dalla sequenza Mi, La, Mi, La, secondo
un'evoluzione moderna delle antiche accordature degli strumenti a corde del
mediterraneo. L'ukulele è comunemente associato con la musica delle Hawaii,
tuttavia ha goduto di un ampio utilizzo anche nella musica
rock e pop,
grazie ad artisti soprattutto britannici e statunitensi che ne hanno
apprezzato il suono singolare. Al giorno d’oggi sono sempre più numerosi i
gruppi che scelgono di utilizzare l’ukulele nei propri arrangiamenti. Il prezzo
degli ukulele varia in base alla manifattura e i materiali dello strumento. Ad
esempio, un ukulele prodotto dai più esperti liutai Hawaiani, in Acacia koa,
può arrivare a costare migliaia di dollari.
[3]
Nella seconda metà dell'ottocento, circa
20.000 lavoratori portoghesi si trasferirono nelle Hawaii per lavorare nei campi di canna da zucchero. Tra gli immigrati di
origine portoghese (per la precisione di Madeira)
c'erano anche Augusto Dias, Jose do Espirito Santo e Manuel Nunes. Questi,
essendo esperti liutai, dalla combinazione della braguinha di Madeira e del rajão,
inventarono l'ukulele. La braguinha è uno strumento simile al cavaquinho,
e prende il nome dalla città portoghese Braga.
Divenuto immediatamente molto popolare in Polinesia,
nei primi anni del XX
secolo, il piccolo strumento ebbe un periodo di grande successo grazie
ad artisti come Roy Smeck al punto che spesso le partiture delle musiche dell'epoca
riportavano la tablatura per ukulele[3].
Negli anni
trenta, la Grande depressione che investì gli Stati
Uniti coinvolse
anche il piccolo strumento ma al tempo stesso, lo vide fiorire in Gran
Bretagna grazie
alla musica di George
Formby. Negli anni
sessanta riacquistò
una certa popolarità grazie ad interpreti come Tiny
Tim che
conferivano all'ukulele un carattere più scherzoso e gruppi come i Beach
Boys che
lo utilizzavano talvolta per comporre le proprie canzoni. Con il passare del
tempo nacquero innumerevoli gruppi e club dedicati all’ukulele, sparsi in tutto
il mondo. Ad oggi si contano numerosi festival dedicati a questo strumento, il più importante si tiene ogni anno
alle Hawaii ed è organizzato da Roy Sakuma
sin dalla prima edizione tenutasi nel 1971.
[4] L’accordatura originale è: ①La; ②Mi; ③Do; ④Sol. Il Sol della quarta corda è però due semitoni più basso
del La della prima corda negli Ukulele Soprano e Concerto, ma non anche nel
Tenore. L’ukulele Baritono ha invece una accordatura diversa: ①Mi;
②Si; ③Sol; ④Re: quindi non
diversamente dalle prime quattro corde della Chitarra.
[5]
A richiesta dell’alunno è possibile ottenere anche ulteriori integrazioni del
manuale (come p.es.: le schede inerenti alle parti della Chitarra Classica,
Acustica, Elettrica, 12 Corde; le schede inerenti ai gadget della chitarra;
etc.), oltre ai tradizionali aggiornamenti.
[7]
Jean-Philippe Rameau nel Trattato
dell’armonia ridotto ai suoi principi fondamentali (1722) diceva: “La
musica è una scienza che deve avere regole certe: queste devono essere estratte
da un principio evidente, che non può essere conosciuto senza l’aiuto della
matematica. Devo ammettere che, nonostante tutta l’esperienza che ho potuto
acquisire con una lunga pratica musicale, è solo con l’aiuto della matematica
che le mie idee si sono sistemate e che la luce ne ha dissipato le oscurità”.
[8]
Agostino
- De Musica, cap VI, par. 17,57: “Da dove, ti prego, vengono queste
cose, se non dal sommo ed eterno principio dei numeri, della similitudine,
dell'uguaglianza e dell'ordine? Ma se toglierai queste cose dalla terra non
sarà più nulla."