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lunedì 8 ottobre 2012

Iniziamo a studiare l'ukulele

INTRODUZIONE

L’ukulele[1] è uno strumento affascinante e non può non esser messo in risalto per la sua brillante applicazione e per il suo suono delicato, leggero, ed assolutamente accessibile. Quattro corde sono meno di sei[2], e ciò comporta non solo la possibilità di una superiore padronanza dello strumento rispetto alla Chitarra, ma anche una maggiore facilità nello studio e nell’esecuzione; ciò non esclude che dell’ukulele possasi in vero sviluppare un non poco elegante, curato e creativo virtuosismo.
E’ chiaro che l’accordo col maggior numero di note non può che essere una tetrade, dovendo inevitabilmente rinunciare a quelle sfumature Jazz che contemplano armonie a cinque, sei, o più note. Ciò non toglie la straordinaria musicalità ed il sublime sound ottenibile dalle matematiche fisiche acustiche e dalle artistiche alchimie musicali.
Ho deciso, nel bel mezzo dell’anno 2012, di realizzare questo Manuale di lineamenti fondamentali di ritmica, solistica e teoria dell’Ukulele non solo per implementare l’euristica musicologica della collana appartenente alle “Lezioni di Chitarra – Graziano D’Urso”, che contempla già “Ritmica-Mente”, “Ritmica-Mente Bass” ed il “Codice della Chitarra”, ma anche per corroborare l’offerta degli strumenti e dei corsi musicali ove è adottato il manuale e ove l’Autore è titolare di cattedra.
Non importa essere neofiti o già esperienti nella chitarra è nel basso: non si postula nulla di scontato nelle conoscenze dell’impostazione, della postura, della diteggiature, delle tecniche esecutive, o di qualsivoglia altro: certo è che chi ha già una impostazione precedente può solo trovarsi avvantaggiato.
Questo perché tutto il paragrafo delle pennate è (se non aggiornato) assolutamente invariato: nulla cambia rispetto a “Ritmica-Mente” aggiornato alla sua ultima edizione. Ma è anche vero che gli accordi mutano davvero sensibilmente, considerato che l’accordatura non è né quella della Chitarra, né quella del basso (e né quella del violino).
Questo Manuale è utilmente adattabile allo studio sia del meraviglioso centotrentacinquenne Ukulele Soprano[3] (l’Ukulele originale la cui lunghetta totale è di 53 centimetri), sia all’Ukuele Concerto (58 centimetri), sia il più giovane novantaduenne Ukulele Tenore (66 centimetri); resta escluso (considerato che la sua accordatura è diversa da quella dei tre strumenti precedenti)[4] il settentaduenne Ukulele Baritono (72 centimetri).
All’uopo, con le emende del caso, è riportata la descrizione del manuale “Ritmica-Mente” adattata per lo strumento qui in esame: Questo manuale pratico per lo studio musicale della ritmica dell’Ukulele è l’espressione di un duplice desiderio: ribadire il valore della musica strumentale come ricerca dell’armonia e della bellezza; estendere l’amore per la musica soprattutto ai giovani che vogliono emergere dalla mediocrità e uscire fuori dal circolo vizioso delle emozioni ricercate e consumate. Il manuale presenta una organica trattazione dell’argomento. La ritmica è una vera e propria disciplina musicale che, distaccandosi dai canoni della musica classica, manifesta la libera espressione degli stati d’animo attraverso uno strumento tramandatoci nei secoli, la chitarra. Tale disciplina si è trasformata e arricchita grazie ai maestri della musica contemporanea, moderna o “musica leggera”, come affermano gli affezionati alla tradizione. La ritmica si evolve perché la musica in genere tende ad essere “popolare”, adatta al nostro tempo e non ingabbiata nello sterile classicismo.
“Ritmica-Mente [Ukulele]” è una raccolta molto semplice e ben organizzata riguardo ai fondamenti della ritmica, si presenta pratica e facilmente comprensibile anche da chi non ha mai avuto dimestichezza con lo studio della musica. Essa contiene facili esempi, frutto di intuizioni empiriche, che dimostrano come sia semplice e naturale lo studio e la comprensione della materia. Non mancano di fare incursioni opportune pillole di saggezza musicale, estratte dalla grande tradizione di questa antica arte, che completano la trattazione e la rendono omogenea e talvolta simpatica […]”.
E’ stata inserita, ad inizio manuale, una sezione che non può mancare nei più rispettati manuali per lo studio dell’ukulele: l’impostazione da assumere per una più corretta esecuzione, e per un più facile apprendimento della disciplina.[5]
L’intero manuale è stato corredato ove opportuno da note che esplicano il contenuto della disciplina sostanziale riportata nel testo, per il tramite dell’ausilio delle quali è concesso allo studente di integrare le conoscenze ed approfondire gli argomenti trattati.
Questo manuale conosce la sua prima adozione nel Corso di Ukulele del Centro Studi Acitrezza, attivo dall’Ottobre 2012.
Dal 24 Aprile 2012 questo Manuale, insieme ad altri della collana di “Lezioni di Chitarra – Graziano D’Urso”, rientra fra le produzioni delle attività del Comitato per la diffusione della musica “live” nel territorio delle Aci denominato Akis Live Music Project (ALiMP)[6], di cui l’Autore è fondatore, ed ora anche Presidente.
L’autore tiene per se la libertà di adoperare tale manuale secondo la naturale destinazione economica con l’esclusivo diritto di pubblicare l’opera in ogni forma e modo, originale o derivato, il diritto esclusivo di distribuzione che ha per oggetto la messa in commercio o in circolazione, o comunque a disposizione, del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi titolo, ai sensi degli articoli 12 ss. Sezione I Capo III della Legge 22 Aprile 1941, N.633 sui diritti d’Autore, e, ribadendo che la fotocopiatura (o la riproduzione fotografica analogica o anche digitale) costituisce reato ai sensi della citata Legge così modificata dal Decreto Legislativo N. 68/2003, vanta l’originalità di gran parte del contenuto.
L’autore ringrazia fin d’ora per tutte le osservazioni critiche con le quali i colleghi e gli studenti vorranno amabilmente ricompensare l’annoso sforzo.
Per qualsiasi informazione l’autore del manuale può essere contattato agli indirizzi e-mail: graziano.durso@live.it (MSN) e graziano.durso@hotmail.it (Facebook), ed al web link http://grazianodurso.blogspot.com, oppure al contatto telefonico mobile 3404750933 ed/od al fisso 095277355.


COME STUDIARE L’UKULELE

“Studiare l’Ukulele” è una formulazione troppo generica per poter essere trattata in queste poche righe dedicate all’argomento, e si finirebbe per allontanarci dallo scopo di questo primo paragrafo. Si dovrebbe quindi meglio parlare di come “studiare la disciplina ritmica, solistica e teoria dell’Ukulele” alla luce del metodo sul quale si basa questo pratico Manuale.
Si vuol quindi con questo prologo, giustamente inserito dopo l’Introduzione, guidare lo studente verso il metodo di studio migliore associato a questo testo di Lineamenti fondamentali.
Innanzitutto è necessario fissare bene quali siano i cardini dell’impostazione delle mani sull’Ukulele (di cui al paragrafo successivo un ampia descrizione), la posizione d’assumere per lo studio dello strumento, e la tecnica di autoverifica della corretta esecuzione. Sono quindi sparsi in questo Manuale, prima di importanti sezioni le regole che devono esser rispettate ai fini della corretta esecuzione e del corretto studio dell’argomento.
E’ sempre bene verificare, ogni qual volta s’esegua un esercizio o si studi un argomento, la correttezza di questo sulla base di tali regole. Se un accordo o una posizione è stata imparata scorrettamente, è molto difficile riuscire a “rettificare” ciò che si è mal interpretato: studiare male un argomento può risultare più negativo di non averlo studiato affatto!
Ecco perché l’importanza di questo paragrafo: ribadire allo studente di non improvvisarsi interpreti della tecnica esecutiva senza prima aversi formato sulle regole e sui consigli dell’Insegnante, o, in questo caso, dell’Autore.
L’autodidattica fin da principio rende poco nella Musica al di là di che se ne dica, soprattutto se informatica: questa è una disciplina millenaria, che per essersi portata a tanto ha dovuto conoscere genî e Maestri d’altissima virtù e prestigio che hanno dedicato la loro intera vita al suo studio con passione, dedizione e completa devozione. Con ciò non si vogliono attaccare i benefici dell’informazione digitale, ma per l’esigenza di contatto fisico che questa materia vuole, sarebbe impensabile scoprire da sé uno strumento senza una guida che conferisca almeno le chiavi di lettura.
La Musica è una Scienza esatta, fatta di numeri e di formule: non può essere lasciata naufragar nella temperie dell’opinione[7]. L’interpretazione dell’esecutore lascia lo spazio che trova, donando quella originalità che solo l’essere umano può conferire, ma il virtuosismo del musicista non può fiorire ove non ci sia quella solida e forte base fondamentale che da semente irrora il fertile terreno ch’è la volontà del discente.
Questo Manuale presenta numeri, forme geometriche, formule, elementi che ritornano ciclicamente come in un’equazione matematica. Senza contare la Fisica del suono, che spiega la motivazione della dimensione dei tasti, la posizione degli armonici, la tonalità e molto altro.[8]
Pertanto si consiglia allo studente di fare molta attenzione alle spiegazioni che vengono fatte d’ogni argomento, d’ogni elemento, d’ogni passaggio e d’ogni connessione matematica (e/o geometrica) di questi, non solo per comprendere profondamente la motivazione del perché un determinato accordo sia così e non in altro modo, ma anche per approfondire l’essenza e la matrice matematica di fondo.
Non fermatevi ad una semplice lettura. Cercate di fare vostro il contenuto del testo! E’ facile ma fuorviante, scorrere le pagine del libro soffermandosi solo a guardare le figure, cercando di immaginare una possibile interpretazione. Un apprendimento attivo ha bisogno di essere interattivo: provate a pensare ad altri esempi ai quali potrebbe esse applicata la teoria di cui state seguendo l’esposizione.
Lo studio, più che quantitativo, dev’essere qualitativo: ciò che importa veramente è la costanza, la perseveranza, la volontà e la precisione; dopo di ché è possibile far subentrare con la debita passione i ritmi stacanovistici dove bisogna allenare forza, velocità e ritmo.
E’ meglio organizzare il proprio studio ripartendolo in alcune decine di minuti, ma quotidiane! Si badi che anche nella Musica la lontananza è come il vento.
In conclusione di questa breve digressione, si consiglia sempre si ascoltare le indicazioni dell’Insegnante che segue lo studente ai fini d’avere un’ottimizzazione dei risultati ricondotti al programma didattico di questo Manuale. Lo studio della Musica è un esercizio per il corpo e per la mente, che aiuta ad avere dimestichezza con lo strumento ed elasticità nel pensiero in ogni altra disciplina, ma se non lo si coltiva, finisce per restare una semplice esperienza di sterile studio fine a sé stesso.
La Musica va vissuta sino in fondo, conoscerla e riscoprirla continuamente, per esprimersi con una marcia in più nei confronti di chiunque. Questo Manuale si pone principalmente questo obiettivo.
Auguro dunque a tutti una buona lettura e soprattutto un buono studio!




[1] L'ukulele è uno strumento musicale, un cordofono, appartenente alla famiglia dei liuti. È l'adattamento hawaiano di uno strumento di origine portoghese, denominato cavaquinho ma comunemente chiamato anche braguinha o machete.
[2] Di forma minuscola, con il corpo ed il piccolo manico molto simili a quelli del Basso acustico, l'ukulele fu inventato nel 1879 da immigrati portoghesi trasferiti nelle Hawaii. Il nome in lingua hawaiana significa pulce saltellante e sembra sia collegato alla velocità con cui abitualmente questo strumento viene suonato. Esiste in almeno quattro diverse versioni, a seconda della lunghezza della tastiera e della grandezza del corpo. Dalla più piccola alla più grande sono: soprano, concerto, tenore e baritono. Ha quasi sempre quattro corde (a volte ne ha un numero superiore ma sempre raccolte in cori, cioè gruppi di due o tre corde suonate assieme). L'ukulele soprano, il più diffuso, ha le corde accordate secondo la sequenza La, Mi, Do, Sol (A, E, C, g). La corda del sol non è però accordata all'ottava inferiore a quella del do, bensì alla stessa ottava del la ed è detta rientrante. Tuttavia è piuttosto comune sostituire questa corda con un sol di un’ottava inferiore (Low-G). Un'altra accordatura molto diffusa nella prima metà del novecento è di un tono più alta, prevedendo quindi la sequenza Si, Fa#, Re, La; recentemente, inoltre, il compositore italiano Danilo Vignola degli odierni Ethn'n'roll, propone la sua personalissima accordatura composta dalla sequenza Mi, La, Mi, La, secondo un'evoluzione moderna delle antiche accordature degli strumenti a corde del mediterraneo. L'ukulele è comunemente associato con la musica delle Hawaii, tuttavia ha goduto di un ampio utilizzo anche nella musica rock e pop, grazie ad artisti soprattutto britannici e statunitensi che ne hanno apprezzato il suono singolare. Al giorno d’oggi sono sempre più numerosi i gruppi che scelgono di utilizzare l’ukulele nei propri arrangiamenti. Il prezzo degli ukulele varia in base alla manifattura e i materiali dello strumento. Ad esempio, un ukulele prodotto dai più esperti liutai Hawaiani, in Acacia koa, può arrivare a costare migliaia di dollari.
[3] Nella seconda metà dell'ottocento, circa 20.000 lavoratori portoghesi si trasferirono nelle Hawaii per lavorare nei campi di canna da zucchero. Tra gli immigrati di origine portoghese (per la precisione di Madeira) c'erano anche Augusto Dias, Jose do Espirito Santo e Manuel Nunes. Questi, essendo esperti liutai, dalla combinazione della braguinha di Madeira e del rajão, inventarono l'ukulele. La braguinha è uno strumento simile al cavaquinho, e prende il nome dalla città portoghese Braga. Divenuto immediatamente molto popolare in Polinesia, nei primi anni del XX secolo, il piccolo strumento ebbe un periodo di grande successo grazie ad artisti come Roy Smeck al punto che spesso le partiture delle musiche dell'epoca riportavano la tablatura per ukulele[3]. Negli anni trenta, la Grande depressione che investì gli Stati Uniti coinvolse anche il piccolo strumento ma al tempo stesso, lo vide fiorire in Gran Bretagna grazie alla musica di George Formby. Negli anni sessanta riacquistò una certa popolarità grazie ad interpreti come Tiny Tim che conferivano all'ukulele un carattere più scherzoso e gruppi come i Beach Boys che lo utilizzavano talvolta per comporre le proprie canzoni. Con il passare del tempo nacquero innumerevoli gruppi e club dedicati all’ukulele, sparsi in tutto il mondo. Ad oggi si contano numerosi festival dedicati a questo strumento, il più importante si tiene ogni anno alle Hawaii ed è organizzato da Roy Sakuma sin dalla prima edizione tenutasi nel 1971.
[4] L’accordatura originale è: ①La; ②Mi; ③Do; ④Sol. Il Sol della quarta corda è però due semitoni più basso del La della prima corda negli Ukulele Soprano e Concerto, ma non anche nel Tenore. L’ukulele Baritono ha invece una accordatura diversa: ①Mi; ②Si; ③Sol; ④Re: quindi non diversamente dalle prime quattro corde della Chitarra.
[5] A richiesta dell’alunno è possibile ottenere anche ulteriori integrazioni del manuale (come p.es.: le schede inerenti alle parti della Chitarra Classica, Acustica, Elettrica, 12 Corde; le schede inerenti ai gadget della chitarra; etc.), oltre ai tradizionali aggiornamenti.
[7] Jean-Philippe Rameau nel Trattato dell’armonia ridotto ai suoi principi fondamentali (1722) diceva: “La musica è una scienza che deve avere regole certe: queste devono essere estratte da un principio evidente, che non può essere conosciuto senza l’aiuto della matematica. Devo ammettere che, nonostante tutta l’esperienza che ho potuto acquisire con una lunga pratica musicale, è solo con l’aiuto della matematica che le mie idee si sono sistemate e che la luce ne ha dissipato le oscurità”.
[8] Agostino - De Musica, cap VI, par. 17,57: “Da dove, ti prego, vengono queste cose, se non dal sommo ed eterno principio dei numeri, della similitudine, dell'uguaglianza e dell'ordine? Ma se toglierai queste cose dalla terra non sarà più nulla."